Simbologia Medievale

Quelle Bestie dagli Occhi di Fuoco

Le opere più grandi e importanti, quelle che celebrano Dio e lo slancio dell’uomo verso Dio, quelle destinate ad attraversare i secoli con la solidità delle montagne, sono anche quelle più difficili da costruire. Niente viene senza fatica e sacrificio. Così pensava Pietro da Salerno, prima di coricarsi nella tenda dell’accampamento allestito nel campo lungo la via che scende dalle montagne verso Anagni, la città dove era vescovo. Poi si fece il segno della croce, soffiò sulla candela e si sdraiò sul giaciglio, ma non riusciva ad addormentarsi. 

Era l’anno 1072, e già da qualche giorno le preoccupazioni pratiche circa la costruzione della Cattedrale gli disturbavano il sonno. Certo, era stata un’idea alquanto strana voler seguire di persona il tragitto dei buoi che trasportavano i blocchi di arenaria, i primi, sui quali la Cattedrale si sarebbe eretta. Tutti avevano cercato di dissuaderlo da quel proposito, ma lui aveva risposto con fermezza: «Seguirò il percorso di ogni pietra che servirà a edificare la Cattedrale».

01. Info

La città di Anagni, e soprattutto la Cattedrale, sono ricche di riferimenti ad animali comuni nella cultura medievale. Da benevole creature a bestie dagli occhi di fuoco.

02. Orari

La Cattedrale, la Cripta e il museo, sono aperti tutti i giorni con i seguenti orari.

Da novembre a marzo:
09:00/13:00 – 15:00/18:00
Da aprile ad ottobre:
09:00/13:00 – 15:00/19:00

03. Contatti

Cattedrale di Santa Maria Annunziata

Telefono: 0775 728374
Email: museo@cattedraledianagni.it
Web: cattedraledianagni.it

Simbologia Medievale

…L’indomani, finalmente, dopo lunghi giorni di viaggio, sarebbe arrivato nella città di Anagni

insieme ai suoi uomini, al carico di arenaria trainato dai buoi, e già immaginava il momento in cui avrebbe potuto benedire la posa di quelle prime pietre. Era per questo che si sentiva così inquieto? Perché il suo desiderio di costruire ad Anagni una delle più belle Cattedrali della cristianità si stava finalmente realizzando? Eppure, il presentimento che qualcosa di nefasto sarebbe accaduto non lo abbandonava.

La mattina dopo aveva appena finito le preghiere quando la voce allarmata di un portatore lo chiamò. «Eccellenza». «Chi mi cerca?». «Eccellenza, perdonate, ma abbiamo un problema con i buoi. Due lupi eccellenza, li hanno attaccati». «Lupi?» ripeté allarmato Pietro da Salerno, e si alzò dal giaciglio, uscì veloce dalla tenda, attraversò il bosco raggiungendo la testa del corteo. Ciò che vide lo lasciò di stucco: due lupi enormi dal pelo argentato ringhiavano agli uomini che, con le spade sguainate, cercavano di scacciarli. Uno dei due aveva ancora il muso rosso del sangue del bue che aveva azzannato, e adesso giaceva morto ai suoi piedi. Impauriti, gli uomini cercavano di tenere i lupi lontani dall’altro bue, ma quelle bestie avevano gli occhi di fuoco, e non si sarebbero fermati neanche di fronte alle spade più affilate. Non sono soltanto lupi, pensò Pietro da Salerno, i lupi sono pur sempre creature di Dio; questi due no, sono messi del demonio, pensò, e in un attimo gli fu chiara tutta l’inquietudine e il timore che nei giorni addietro gli avevano turbato il sonno: non era per questioni di ordine pratico, era piuttosto il presentimento che il demonio avrebbe cercato di impedire la costruzione della Cattedrale. E adesso era lì, trasformato in due bestie furiose e fameliche, che avevano ucciso un bue, interrompendo di fatto il trasporto delle pietre per edificare la Cattedrale.

E fu da questa consapevolezza, unita a quella che Dio era dalla sua parte, e lo avrebbe protetto, che Pietro da Salerno trasse il coraggio e la calma per avanzare verso i lupi. Si fece largo tra i suoi uomini, fece loro cenno di abbassare le spade, poi continuò ad avanzare, arrivando a un passo dal bue morto, e dal lupo ringhiante che non si allontanava dalla sua preda. Pietro da Salerno sollevò una mano e con la voce calma ma possente si rivolse al lupo dicendo: «Tu, demonio, hai ucciso il bue che portava le pietre sulle quali sarà eretta la casa di Dio. Ma le tue zanne feroci non basteranno a impedirne la costruzione, né l’odio e la rabbia che nutri verso il tuo Signore potranno bloccarne l’opera su questa terra. Io Pietro da Salerno, vescovo di Anagni, in nome di Dio ti dico, che sarai tu stesso a portare il peso di queste pietre, e calzerai il giogo del bue, e arriverai docile fino al colle dove la Cattedrale sarà eretta. Questa è la volontà di Dio».

Tutti i presenti restarono esterrefatti. Non credevano a ciò che avevano udito. Ma lo stupore più grande ci fu quando videro che un lupo scappava, verso il fitto del bosco, mentre l’altro divenne d’un tratto docile, abbassò il capo, come volesse inginocchiarsi, e cominciò a scavare la terra con le zampe davanti, poi si accovacciò, come offrendo il capo in segno di penitenza, e Pietro ordinò ai suoi uomini di portare il giogo, di calzare un anello intorno al collo del bue, e l’altro attorno al collo del lupo.

Gli uomini rimasero interdetti: «Eccellenza» provò a dire uno di loro, come per fargli presente l’assurdità della sua richiesta, ma Pietro lo bloccò dicendo: «Fate quello che ho detto». Prima di sera, i massi di arenaria sarebbero arrivati sul colle di Anagni, Pietro li avrebbe benedetti, e da lì sarebbero iniziati i lavori di costruzione della Cattedrale di Santa Maria. Sarebbero terminati solo nel 1104. Quella notte Pietro da Salerno si addormentò beatamente nel suo letto, libero da ogni preoccupazione e inquietudine.

Torna alla

Home

Prosegui

Il Viaggio